IL FILO

Pubblicato il da Luca Lapi

IL SINDACO GALANTUOMO

Lo scorso dicembre, alla presenza di numeroso pubblico, è stato presentato, nel salone di villa Pecori Giraldi a Borgo San Lorenzo, il libro di Massimo Biagioni "Pietro Caiani, il sindaco galantuomo" (edizioni Pagnini e Martinelli, pagg. 143, 13,50 euro), con la collaborazione di Luca Lapi.

Dopo il saluto dell'assessore alla cultura Patrizia Gherardi e gli interventi del sindaco Antonio Margheri, del coordinatore nazionale dei Ds Vannino Chiti, del presidente del Consiglio regionale Riccardo Nencini e di Luca Lapi, l'autore Massimo Biagioni ha sentitamente ringraziato tutti coloro che hanno contribuito e si sono attivati per la completezza di questa intensa pagina biografica e storica di uno dei più noti e amati personaggi fra '800 e '900, il primo e unico sindaco socialista di Borgo San Lorenzo, Pietro Caiani, detto "Bubbolino", nato nel 1881 e morto nel 1959, che fu sindaco dal 1920 al 1922.

Il libro di Biagioni ripercorre le tappe salienti della vita di questo personaggio e parallelamente la storia del PSI fin dalle sue origini, quel socialismo "riformista" al quale Caiani fece sempre riferimento con coerenza, rettitudine ed onestà, a differenza di altri, che passati sul fronte "massimalista" si macchiarono, anche in Mugello, di violenze e intolleranze specialmente contro la Chiesa e i popolari, e in generale contro chi non la pensava come loro.

Sono pagine di storia anche queste, e sinceramente dispiace che, quando ci si accosta a tale periodo storico, le si tralascino sistematicamente. E' questo l'appunto che, personalmente mi sento di rivolgere al testo di Massimo Biagioni: certe omissioni e dimenticanze, ed anche qualche livore di troppo verso i sacerdoti, sono un limite di una ricerca per altri versi interessante e impegnativa - il libro è costato anni di faticoso lavoro - che aggiunge nuovi elementi a una pagina significativa della nostra storia.

Nel libro dunque si ripercorre la vicenda personale e politica di Pietro caiani: i suoi due anni da sindaco, dove emerse la sua figura adamantina (pur non dimenticando scelte discutibili, come la soppressione dell'assegno mensile alle scuole delle suore Stigmatine e al ricovero dei vecchi di San Carlo), l'allontanamento violento - con l'avvento del fascismo - dal posto per il quale era stato democraticamente eletto, e con lo scioglimento dei partiti politici "Bubbolino" seguì con tanta pena interiore gli avvenimenti del famigerato "ventennio". Poi la guerra e il dopoguerra, con altre profonde ferite nel vedere borghigiani contro borghigiani, la miseria e la fame, gli odi e le vendette, e poi finalmente il ritorno alla pace e alla democrazia, con lo stesso Caiani, unitamente ad altri suoi vecchi compagni, che ritornò sugli scranni municipali come assessore alla cultura per poi allontanarsi per sempre, deluso e amareggiato dalla politica attiva (fu scippato, ma nessuno lo dice, della carica di sindaco anche nel dopoguerra). E quando nel dicembre 1959 Caiani morì, fu pianto da tutta la popolazione, che lo ricordò sempre - la definizione fu di Amilcare Giovannini, nell'articolo scritto su "La Nazione" in occasione della sua scomparsa - come il "sindaco galantuomo".

Aldo Giovannini

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